sabato 18 aprile 2020

STEP#10: INDUSTRIALIZZARE NEL CINEMA

I film che hanno come sfondo un'epoca di forte industrializzazione sono molti ma pochi sono quelli dove l'industrializzazione diventa personaggio ed è fondamentale ai fini della trama, tra questi ho scelto di presentarne uno in particolare poiché ha fatto la storia del cinema.



Modern Times di C. Chaplin (1936)

Modern Times ritrae Chaplin nel suo solito personaggio Charlot (The Tramp in inglese), questa volta è un operaio di una catena di montaggio e col tempo impazzisce, viene quindi ricoverato in ospedale, una volta uscito, senza lavoro, prende parte involontariamente ad un corte di manifestazione comunista e viene arrestato perché considerato il leader. In carcere assume, scambiandola per sale, cocaina e in preda al delirio causato da essa sventa inconsapevolmente un'evasione di altri galeotti, viene quindi ricompensato con la libertà per il suo gesto (nonostante chiedesse di rimanere in carcere). Dopo aver ottenuto lavoro ed averlo lasciato conosce una ladra, Ellen, che fugge dalla polizia, intenzionato a tornare in carcere e salvare la ragazza si dichiara autore del furto ma viene scagionato. Per essere arrestato decide di mangiare quantità esagerate di cibo e andare via senza pagare, però senza successo, ottiene quindi lavoro come sorvegliante notturno in un grande magazzino, lavoro che sfrutta per fare entrare Ellen e altri tre ladri (uno dei quali, Big Bill, è un vecchio operaio della fabbrica dove lavorava ad inizio film), la mattina viene arrestato. Dieci giorni dopo Ellen lo ospita nella sua casa che per stessa ammissione di lei "non è Buckingham Palace". La mattina dopo ottiene un nuovo lavoro in fabbrica e lì il suo capo cade nelle macchine ma Charlot lo salva, nel frattempo gli altri lavoratori sono andati in sciopero e, fuori, sempre per sbaglio, il protagonista lancia un mattone verso un poliziotto e viene arrestato nuovamente. Una volta fuori Ellen gli ottiene un lavoro in prova come cantante e cameriere in un bar dove lei fa la ballerina, durante un esibizione perde i polsini (sui quali si era scritto il testo della canzone) ed è costretto ad improvvisare, gli viene però bene e riesce ad avere il lavoro per via definitiva. La polizia arriva per arrestare Ellen per le sue malefatte ma i due riesco a scappare insieme, Ellen si dispera perché sostiene che non abbia senso passare tutta la vita scappando ma Charlot la rassicura e il film si chiude con i due che camminano verso il tramonto.

Scritto, diretto ed interpretato da Charlie Chaplin, questa pellicola è una polemica (neanche troppo velata) ai ritmi forsennati del lavoro (famosissima la scena della catena di montaggio), e ai problemi finanziari con i quali molte persone dovevano fare i conti durante la Grande Depressione, condizioni causate, secondo Chaplin, dalla crescente industrializzazione. I riferimenti sono evidenti: una ragazza che è costretta a rubare per sopravvivere, Charlot che preferisce tornare in galera piuttosto che vivere nel mondo esterno e la scena finale, dove Charlot ed Ellen camminano verso il tramonto e gli spazi sconfinati e tranquilli davanti a loro, lasciandosi alle spalle gli spazi angusti e soffocanti della città. In questo capolavoro Chaplin decide di rappresentare la povertà così com'è, senza slanci pittoreschi usati per dipingere ad esempio la polizia o la politica. Dal punto di vista storia Chaplin riprende perfettamente l'operaio dell'epoca, disorientato dai numerosissimi scioperi,  che necessitava soltanto di pane ma incapace di adottare una strategia collettiva con gli altri operai. Nella cella Charlot si trova bene perché è riuscito a ricamarsi i panni del piccolo borghese (anche se conosce così a cocaina), il suo comportamento però lo scredita e si ritrova nell'alienazione una volta di più. Alla fine la conclusione di Chaplin è che si può avere tutto non avendo niente e che i soldi non fanno la vera felicità, la quale Charlot trova solo con Ellen.

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