lunedì 6 aprile 2020

STEP#07: INDUSTRIALIZZARE NELLA POESIA

London - William Blake


I wander thro' each charter'd street,
Near where the charter'd Thames does flow. 
And mark in every face I meet
Marks of weakness, marks of woe.

In every cry of every Man,
In every Infants cry of fear,
In every voice: in every ban,
The mind-forg'd manacles I hear 

How the Chimney-sweepers cry
Every blackning Church appalls, 
And the hapless Soldiers sigh
Runs in blood down Palace walls 

But most thro' midnight streets I hear
How the youthful Harlots curse
Blasts the new-born Infants tear 
And blights with plagues the Marriage hearse



In questa poesia del 1794 l'autore esprime in pochi versi il suo pensiero sulla società che veniva sviluppandosi in quel periodo. Infatti all'epoca l'Inghilterra viveva un periodo di fortissima urbanizzazione, Londra in particolare e questo non sempre significava condizioni di vita migliori: proprio su questo si concentra William Blake. Nella prima strofa si focalizza sulla corruzione e debolezza dell'uomo che guarda solo ai beni materiali, il denaro è sempre più fondamentale nella vita dell'uomo e questo causa malessere leggibile nelle facce di ciascuno. I danneggiati da questa crescente industrializzazione sono molti: gli uomini e i bambini piangono dalla paura, le sofferenze delle persone sono causate dalle "manette create dalla mente" (mind-forg'd manacles) che stringono i polsi nella morsa del materialismo. Nella strofa successiva ci sono esempi di oppressi: gli spazzacamini che soffrono mentre puliscono una chiesa annerita dallo smog dovuto all'industrializzazione e i soldati che singhiozzano perché costretti a difendere la corona col proprio sangue. Nell'ultima quartina esprime il lamento di una prostituta che ha contratto la malattia tipica di quel periodo: la sifilide.

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